Le micotossine rappresentano una delle principali sfide nella gestione alimentare degli allevamenti. Queste tossine naturali, possono contaminare foraggi, insilati e mangimi, influenzando negativamente la salute delle bovine e la produttività della stalla. Sebbene spesso invisibili e prive di odore, i loro effetti possono essere subdoli ma profondi, soprattutto in animali ad alta produzione.
In questo articolo analizziamo in modo dettagliato cosa sono le micotossine, quali sono le più pericolose per i bovini da latte, i segnali clinici e subclinici da monitorare, e le strategie più efficaci per prevenirle e mitigarne gli effetti, leggi l’articolo completo ora!
Cosa sono le micotossine e perché sono un rischio per gli allevamenti
Le micotossine sono composti tossici di origine naturale, prodotti da muffe come Fusarium, Aspergillus e Penicillium. Si sviluppano soprattutto in presenza di condizioni ambientali sfavorevoli e possono contaminare gli alimenti destinati ai bovini da latte: cereali, foraggi, insilati e sottoprodotti. Questi contaminanti invisibili rappresentano una minaccia seria per la salute e la produttività delle vacche.
Le micotossine più pericolose per i bovini

Le principali micotossine, pericolose per la salute animale e responsabili di forti decrementi produttivi.
Condizioni che favoriscono lo sviluppo delle micotossine
Le micotossine possono formarsi:
In campo (pre-raccolta)
• Stress abiotici (siccità, eccesso d’acqua)
• Infestazioni fungine
• Mancanza di rotazione colturale
Durante lo stoccaggio (post-raccolta)
• Umidità del prodotto >14%
• Presenza di ossigeno nell’insilato
• Insilamento imperfetto (coperture danneggiate, compattazione insufficiente)
• Fermentazioni anomale, muffe visibili
Effetti delle micotossine sulle vacche da latte
Effetti clinici
• Calo dell’ingestione e della produzione di latte
• Disturbi riproduttivi (ritardo dell’ovulazione, cisti, aborti)
• Enteriti, emorragie intestinali
• Ridotta fertilità e aumento dei giorni interparto
• Aumento delle patologie secondarie (mastiti, metriti)
Effetti subclinici
• Compromissione del sistema immunitario
• Peggior assorbimento dei nutrienti
• Alterazioni del metabolismo epatico
• Aumento dei marker infiammatori nel latte
Nota: le micotossine non vengono sempre completamente detossificate dal rumine, specie in soggetti stressati o con razioni sbilanciate.
Micotossine: livelli di rischio e soglie di attenzione

Strategie di prevenzione contro le micotossine
Prevenzione agronomica e in stalla
- Scelta di varietà resistenti a muffe e funghi
- Raccolta tempestiva con corretta umidità
- Essiccazione rapida e conservazione in ambienti asciutti
- Insilamento corretto: copertura con film barriera, compattazione e monitoraggio di pH e temperatura
Utilizzo di sequestranti
I sequestranti sono sostanze naturali o sintetiche che legano le micotossine nel tratto gastrointestinale impedendone l’assorbimento sistemico.
Sequestranti minerali
- Bentoniti
- Zeoliti
- Sepioliti
- Montmorilloniti
- Attapulgite
Sequestranti biologici
- Pareti cellulari di lieviti (mannani e glucani)
- Ceppi probiotici selezionati
L’efficacia dei sequestranti varia in base al tipo di micotossina e alla qualità del prodotto impiegato. Un’attenta valutazione nutrizionale e zootecnica è sempre consigliata.
Strategie di prevenzione contro le micotossine
- Analisi periodiche dei mangimi (tramite NIR o HPLC)
- Controllo dell’aflatossina M1 nel latte in allevamenti fornitori
- Valutazione clinica e produttiva delle vacche (ingestione, latte, fertilità)
- Monitoraggio delle condizioni di conservazione di insilati e cereali
Conclusioni
Le micotossine rappresentano un rischio reale per gli allevamenti da latte. La gestione efficace passa da:
- Prevenzione in campo e nella conservazione degli alimenti
- Diagnosi precoce dei sintomi clinici e subclinici
- Analisi regolari dei foraggi e dei mangimi
- Integrazione mirata di sequestranti nella razione
Investire in prevenzione significa proteggere la salute delle vacche e garantire una produzione di latte sicura e sostenibile.
Se vuoi approfondire o capire come strutturare un piano di prevenzione per il tuo allevamento, leggi ora l’articolo completo a cura del dottor Perozzi.